Negli ultimi anni, la possibilità di cedere il credito d’imposta a soggetti terzi, incluse le banche, ha preso piede in Italia grazie a una serie di normative fiscali orientate a incentivare lavori di efficientamento energetico, ristrutturazioni edilizie e miglioramenti antisismici. In particolare, con l’introduzione di bonus come il Superbonus 110%, è emersa una pratica che permette ai cittadini e alle imprese di ottenere immediata liquidità, cedendo il credito derivante dalle agevolazioni fiscali alle banche o ad altri intermediari finanziari.
Questa pratica ha dimostrato di essere un’opzione vantaggiosa, ma non è priva di requisiti e dettagli da conoscere. Analizziamo quindi le condizioni necessarie per la cessione del credito d’imposta alle banche, valutiamo la convenienza di questa scelta e chiarifichiamo in quali casi è richiesto il visto di conformità.
Cosa significa cedere il credito d’imposta alle banche?
Cedere il credito d’imposta significa trasferire a un altro soggetto, in questo caso una banca o un intermediario finanziario, il diritto a beneficiare della detrazione fiscale. Il contribuente, invece di attendere diversi anni per recuperare il bonus tramite la dichiarazione dei redditi, può scegliere di cedere il credito e ottenere un importo immediato, generalmente corrispondente a una percentuale del credito stesso. La banca, una volta acquistato il credito, lo utilizzerà per compensare i propri debiti fiscali.
Requisiti per la cessione del credito alle banche
Per poter cedere il credito d’imposta alle banche, è necessario soddisfare determinati requisiti e condizioni, tra cui:
- Tipologia di intervento: I crediti d’imposta cedibili derivano principalmente da interventi di riqualificazione energetica, ristrutturazioni edilizie, bonus facciate, bonus mobili, Sismabonus e, in particolare, dal Superbonus 110%. Ogni bonus fiscale segue regole diverse, ma in linea generale, tutti questi crediti possono essere ceduti.
- Documentazione tecnica: Occorre presentare una serie di documenti, come l’asseverazione tecnica degli interventi effettuati (per lavori che riguardano il Superbonus), che certifica la conformità dei lavori agli standard previsti.
- Visto di conformità: Per alcuni crediti d’imposta, come il Superbonus, il visto di conformità è obbligatorio. Questo documento, rilasciato da un professionista abilitato (commercialista, CAF o revisore legale), attesta la veridicità dei dati relativi alla detrazione. Questo visto non è sempre richiesto, ma lo diventa nei casi in cui il contribuente scelga la cessione del credito. Qualora il contribuente stia procedendo a cedere alla banca il proprio credito derivante dal credito iva dovrà procedere alla all’ottenimento del visto di conformità iva che dovrà essere apposto sul relativo dichiarativo ed essere inviato All’Agenzia delle Entrate.
- Comunicazione all’Agenzia delle Entrate: La cessione del credito va formalizzata attraverso la trasmissione di una comunicazione all’Agenzia delle Entrate, che conferma l’avvenuto passaggio del credito a favore del nuovo beneficiario (la banca, in questo caso). La procedura deve essere completata entro i termini previsti dalla normativa.
La convenienza della cessione del credito
La cessione del credito d’imposta alle banche è vantaggiosa soprattutto per chi non ha la capienza fiscale necessaria per godere pienamente della detrazione. Alcuni contribuenti, infatti, potrebbero non avere imposte sufficientemente elevate da poter compensare con la detrazione, o potrebbero preferire ottenere liquidità immediata piuttosto che aspettare diversi anni per recuperare il credito.
I principali vantaggi della cessione del credito sono:
- Liquidità immediata: Cedendo il credito, il contribuente ottiene subito una somma di denaro che può essere reinvestita o utilizzata per altre necessità.
- Evitare il rischio di incapienza fiscale: Chi non ha sufficienti debiti fiscali da compensare rischia di non poter beneficiare appieno del credito d’imposta. Cedendolo, si annulla questo rischio.
Tuttavia, la cessione comporta anche alcuni svantaggi o costi:
- Riduzione del valore nominale del credito: Le banche acquistano il credito a un valore inferiore rispetto a quello nominale. Ad esempio, di 100.000 euro potrebbe essere acquistato dalla banca per un importo compreso tra 90.000 e 95.000 euro, a seconda delle condizioni offerte dalla singola banca o intermediario finanziario. Questa riduzione rappresenta un costo per il contribuente, ma in cambio egli ottiene liquidità immediata e la certezza di non dover attendere diversi anni per recuperare il credito.
- Tempi e procedure burocratiche: Sebbene la cessione del credito rappresenti un vantaggio in termini di liquidità, il processo può risultare complesso e richiede la produzione di una documentazione adeguata (come l’asseverazione tecnica e il visto di conformità), il che può comportare costi aggiuntivi per il contribuente. Inoltre, è necessaria una comunicazione precisa e tempestiva all’Agenzia delle Entrate per completare correttamente l’operazione.
Conclusioni: la convenienza della cessione del credito d’imposta
La cessione del credito d’imposta alle banche rappresenta un’opzione interessante per molti contribuenti, soprattutto per chi ha un’immediata necessità di liquidità o per chi non ha capienza fiscale sufficiente per usufruire delle detrazioni nel corso degli anni. Anche se comporta una riduzione del valore nominale del credito e alcuni costi burocratici aggiuntivi, come il visto di conformità, offre la certezza di un ritorno immediato e di evitare rischi legati all’incapienza fiscale.
Per valutare appieno la convenienza di questa scelta, è importante considerare le seguenti variabili:
- Capacità fiscale personale: Se il contribuente ha la possibilità di sfruttare pienamente le detrazioni, potrebbe preferire la via della detrazione diretta.
- Condizioni offerte dalle banche: Le condizioni economiche offerte dalle banche o dagli intermediari possono variare, quindi è utile confrontare più opzioni prima di decidere a chi cedere il credito.
- Costi di asseverazione e visto di conformità: Questi costi vanno considerati nel calcolo della convenienza economica complessiva, anche se spesso tali oneri sono contenuti in pacchetti offerti direttamente dagli istituti bancari.
In definitiva, la cessione del credito può essere una mossa intelligente, ma va valutata caso per caso, tenendo conto della situazione fiscale individuale, delle esigenze di liquidità e dei costi legati alla procedura.